Tutti gli stati, entro cinque anni, saranno dotati di una criptovaluta digitale: è questo ciò che ha affermato Alexander Filatov, managing partner di TON Labs e sviluppatore di ecosistemi internazionali per la piattaforma blockchain Telegram Open Network nel corso di un’intervista con Blockspeak.
Stati al lavoro su valute digitali
Va ricordato, per avere una idea dell’esperienza di questo interlocutore che Ton Labs è stato in grado di sviluppare e implementare un sistema operativo TON OS completo. Parlando con Monty Munford, il programmatore non ha discusso solo delle cripto in generale e di Bitcoin ma, tra un approfondimento e l’altro sul progetto Free Ton ha detto la sua anche sulle CBDC, specificando per l’appunto che entro cinque anni tutti i paesi potranno contare sullo sfruttamento delle valute digitali delle banche centrali.
Questo perché con molta probabilità, se la tecnologia continuerà a svilupparsi come fa adesso, si vivrà in un mondo in cui le transazioni digitali supportate da un sistema di contabilità distribuita saranno una cosa comune e la ragione consterebbe nel fatto che le stesse sarebbero registrate su una rete migliore di quella che gestisce attualmente i sistemi finanziari classici.
Di certo non si può negare che sia già un processo in atto: l’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno già lavorando su progetti simili e la Cina, come appreso recentemente, potrebbe riuscire a utilizzare la sua stablecoin prima dei giochi olimpici invernali di Pechino 2020.
Più versioni di CBDC per diverse esigenze
Perché è nato un forte interesse da parte delle banche centrali in merito all’uso di una ipotetica valuta digitale? Semplice è presto detto. In questo modo potranno usare le CBDC come mezzo di scambio a costo irrisorio e poter contare su un deposito sicuro di valore e una unità di conto stabile: caratteristiche molto importanti. Alexander Filatov si spinge anche più in là e ipotizza:
“Ci possono essere due versioni di CBDC, una sarà collegata alle loro versioni fiat e l’altra sarà completamente indipendente… come esperimento”.
Ed è proprio come esperimento che il programmatore pensa i governi debbano lanciare le proprie stablecoin: questo consentirebbe ai governi di valutare l’impatto della moneta digitale sia sul sistema monetario del paese che sulla sua economia.
E pensando a Bitcoin, Ethereum e le CBDC Filatov è convinto che saranno in grado di coesistere tutte senza creare alcun problema. “Penso che coesisteranno tutti“, ha spiegato. “Ci saranno categorie libere, ci saranno alcune CBDC provenienti dalle banche centrali, ci saranno stablecoin legate alle riserve di oro… Ci saranno catene decentralizzate indipendenti come Bitcoin, Ethereum e Free TON”.
Questo nonostante il futuro ancora incerto relativamente alla regolamentazione delle blockchain dencentralizzate alla base delle criptomonete comuni.