Telegram e blockchain è un connubio che proprio non si ha da fare: la società legata alla famosa app di messaggistica ha annunciato lo spegnimento definitivo della sua TON dal prossimo 1 agosto.
Un progetto interessante ma contrastato
Sembrava essere un progetto valido e con molte potenzialità qualche mese fa. E invece ora tutto (o quasi) viene dismesso. Hanno così spiegato da Telegram:
“Stiamo interrompendo il nostro supporto della testnet della Blockchain TON. I nostri validatori rimanenti saranno spenti entro il 1.08.2020. Si prega di salvare tutti i dati rilevanti e di concludere il processo di test”.
La rete principale di test verrà spenta a breve, ma è importante sottolineare che il progetti non decadrà realmente del tutto, dato che sarà possibile testare alcuni aspetti “in proprio” visto che parti di codice come i validatori potranno ancora essere usati.
A suo tempo, quando venne lanciato, il progetto di Blockchain di Telegram fu in grado di raccogliere circa 1,7 miliardi di dollari. La somma sarebbe dovuta essere utilizzata per costruire una blockchain da poter integrare e sfruttare con l’app messaggistica.
Il vero problema di Telegram? La reazione della SEC.
SEC la causa della fine del progetto
Come anticipato a rappresentare un problema costante per Telegram è stata la SEC e il suo comportamento. La società alla base della piattaforma di messaggistica, per dare via la sua blockchain aveva già segnalato le sue procedure nel febbraio del 2018: solo arrivati nell’autunno del 2019 la SEC si è degnata di rispondere.
Bisogna calcolare che, tra le altre cose, la notifica della raccolta fondi da parte di Telegram avvenne nel marzo 2018: non si può quindi parlare d’illeciti da parte della società.
La SEC ha iniziato la sua lotta senza sosta contro la blockchain di Telegram all’inizio del 2020 quando è stato chiesto di fornire i dettagli degli investitori che avevano partecipato ai round d’investimento.
Una richiesta che ha spinto molte piattaforme che erano pronte a vendere i token gram a tirarsi indietro e come fatto da Liquid a rimborsare coloro che avevano già investito nei token.
E’ stato a metà maggio proprio il fondatore di Telegram Pavel Durov a comunicare che la società avrebbe abbandonato il progetto a causa della decisione della SEC che aveva deliberato che i Gram non potevano essere destinati né al mercato americano né a quello globale visto che non vi sarebbero stati problemi per un cittadino statunitense eseguire l’acquisto all’estero.
Se a questo poi si aggiunge la multa di 18,5 milioni di dollari per non aver rispettato una legge di quasi 100 anni fa che non avrebbe in teoria niente a che vedere con il mondo delle cripto… è facile comprendere il perché di una simile scelta da parte di Telegram.