La Sec denuncia Ripple: senza dubbio si tratta di uno dei plot twist più interessanti di questo dicembre: l’ente americano ha deciso di intentare una causa contro Ripple per via delle continue vendite non registrate di questa valuta digitale sul mercato.
Ripple accusata di vendite non registrate di XRP
La notizia è stata data direttamente dalla Sec con un comunicato ufficiale: l’accusa è quella di aver emesso delle security non registrate per 1,3 miliardi di dollari. La Sec, va ricordato, è l’agenzia americana che vigila sui mercati finanziari e la causa, nello specifico, è rivolta contro Ripple Labs Inc., contro il co-fondatore dell’azienda, presidente esecutivo del consiglio di amministrazione ed ex CEO Christian Larsen, e l’attuale CEO Bradley Garlinghouse.
Focus sono gli XRP che sarebbero stati emessi per raccogliere fondi dal 2013: questi sono considerati dalle autorità come un’offerta di titoli non registrati agli investitori. Per le due persone fisiche l’accusa è anche quella dell’aver eseguito vendite personali non registrate di XRP per un totale di circa 600 milioni di dollari: il tutto in violazione del Securities Act del 1933.
Effetti della causa su Ripple
Ovviamente la notizia della causa a Ripple ha avuto un effetto importante sulla valuta digitale la quale è arrivata a perdere più del 20%. Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha commentato la notizia spiegando che l’accaduto non modificherà la sua missione e che l’azienda, che da 8 anni sta lavorando per cambiare alle radici il settore dei pagamenti digitali, continuerà per la sua strada.
E non solo: ha anche ipotizzato che l’attacco nei confronti di Ripple faccia parte di una strategia di attacco a trecentosessanta gradi della Sec proprio contro tutto il settore crypto americano.
Il Direttore dell’Enforcement Division della SEC, Stephanie Avakian, invece ha dichiarato sottolineando che XRP deve comunque essere considerata una security e quindi rispettare le regole federali sul tema:
“Affermiamo che Ripple, Larsen e Garlinghouse non sono riusciti a registrare la loro offerta in corso, e la vendita di miliardi di XRP agli investitori retail, il che ha privato i potenziali acquirenti di informazioni adeguate su XRP, sulle attività di Ripple, e su altre importanti protezioni che sono fondamentali per il nostro robusto sistema di mercato pubblico”.
Non è la prima volta che la Sec, a prescindere dal processo preso in considerazione, decide di puntare una società che opera nel mondo delle valute e la sua criptomoneta: Telegram è forse l’esempio più palese di come l’autorità americana agisce se è intenzionata a perseguire il proprio scopo. Bisogna chiedersi: è una crociata giusta?