Sono molte le nazioni che stanno lavorando su una criptovaluta: tra di loro si vociferava ci fosse anche la Francia. Ma sarà vero? E a che punto si trova in questa “avventura”?
Francia al lavoro su moneta digitale europea
La domanda è più importante di quel che si creda: capire o meno a che punto si trovi la banca centrale francese in tal senso può aiutare a comprendere a che punto si trova l’Europa stessa. Infatti Oltralpe non si sta lavorando su un stablecoin ma si sta dando spazio a sperimentazioni relative alla criptovaluta europea.
Non va dimenticato infatti che la valuta nazionale della Francia è l’euro e a livello legale la Banque de France è la seconda sottoscrittrice del capitale della Banca Centrale Europea (BCE) dopo la banca centrale della Germania. Da questo se ne deduce che la Francia non lavorerà mai, a meno di un abbandono dell’area euro, a una criptovaluta di stato.
Sono alcuni mesi, però, che i francesi stanno sperimentando a livello tecnico l’euro digitale e questo significa che in un futuro, forse prossimo, l’Eurozona potrebbe effettivamente contare su una sua stablecoin.
Ovviamente bisogna attendere i risultati dei test in corso e nel caso gli stessi dessero esito positivo la BCE, la banca centrale europea, potrebbe decidere di distribuirlo in tutti i paesi che utilizzano l’euro come moneta nazionale.
Caratteristiche della moneta digitale europea
L’euro digitale è un valuta per tutti? No, non proprio: se si entra nello specifico si scopre che l’euro digitale non è stato pensato per essere una criptovaluta a uso e consumo dei cittadini o dei consumatori ma per divenire una moneta “all’ingrosso” da distribuire a intermediari e a istituti finanziari.
E questo accade per due motivi: primo quello di dare agli intermediari finanziari uno strumento sicuro, facile, veloce e soprattutto economico per perfezionare transazioni o contratti finanziari con trasferimento di denaro.
La seconda ragione è dettata dal bisogno della Banca Centrale Europea e più in generale degli istituti centrali degli stati membri di distribuire liquidità con facilità ai cittadini proprio attraverso gli intermediari sopracitati. In poche parole uno strumento tecnico da utilizzare prima di tutto come già anticipato, e poi solo dopo pensare a un lancio sui mercati al consumo, ma solo dopo che gli intermediari avranno dato vita a metodi e tecnologie adatti a una distribuzione più ampia.
Pur definendole cripto per comodità in realtà le CBDC sono basate su registri distribuiti centralizzati e non sulla blockchain come le classiche criptomonete: di certo sono alternative importanti alle valute fiat.