Michael Bloomberg intende, se verrà eletto alla Casa Bianca, regolare in modo serio le criptovalute: nel suo programma infatti, per ciò che concerne le riforme finanziarie, appare anche la creazione di un “chiaro quadro di regolamentazione per le criptomonete”.
Bloomberg, le criptovalute e le regole
Pur essendo stato inserito tra gli impegni ufficiali per la presidenza nel sito del candidato democratico in realtà non vengono ancora date spiegazioni su quelli che potrebbero essere gli interventi specifici che intende attuare. La sua idea di lavorare sulle criptovalute fa parte del terzo punto del programma elettorale economico che intende affrontare “le sfide più urgenti” degli States sfruttando la potenza del sistema finanziario americano.
Quel che è necessario comprendere è cosa intenda Michael Bloomberg con il suo quadro di regolamentazione: è evidente che il mondo delle criptovalute necessiti di controllo e della messa in atto di alcune “limitazioni” per evitare eccessive speculazioni ma allo stesso tempo è importante non favorire delle politiche che limitino lo sviluppo delle monete digitali e della blockchain.
Il fatto che il candidato democratico abbia deciso di parlare pubblicamente, nel suo programma economico, delle cripto suggerisce che sebbene ancora non sia intenzionato a rilasciare dettagli, il settore è in corso di studio serio da parte dei suoi analisti.
Criptovalute e politica rapporto altalenante
Le criptovalute sono state parte dei discorsi elettorali e non di altri candidati già in passato, ma difficilmente approcciate in senso positivo: è possibile ricordare gli scambi tra Elisabeth Warren e Mark Zuckerberg a proposito di Libra, ma pochi ricordando il rapporto positivo con le stesse di Andrew Yang, altro candidato non repubblicano che ha anche accettato donazioni in Bitcoin per la sua campagna elettorale.
Al momento la posizione di Yang è senza dubbio quella considerabile più proattiva e realista tra tutte: l’uomo sostiene infatti che gli Stati Uniti hanno bisogno di regole riguardanti per le criptovalute, al fine di poter investire in libertà nelle stesse, sfruttando per l’appunto la tecnologia blockchain.
Le monete digitali possono piacere o meno, ma bisogna rendersi conto che fanno ormai parte non solo delle attività quotidiane delle persone ma anche dell’ecomomia mondiale, rappresentandone una buona fetta. Piuttosto che lottare contro il cambiamento, la politica negli Stati Uniti tanto quanto nel resto del mondo dovrebbe trovare il modo giusto per regolamentare il settore.
In questo modo sarebbe più semplice sfruttare quelle che sono le caratteristiche di questo mondo, utilizzandolo per migliorare effettivamente l’economia che potrebbe guadagnare una spinta in più grazie alla sicurezza e velocità delle transizioni.