La finanza ai tempi dell’emergenza Coronavirus sta rivelando sorprese che non ci si sarebbe aspettati: ora che il contagio ha colpito in modo pesante l’Europa le borse faticano e le criptovalute anche.
Crolli tragici ma interessanti da studiare
La giornata di ieri, per quanto tragica, è stata molto interessante a livello economico: mentre le Borse tentavano una timida risalita puntando su alcuni titoli, il settore delle criptovalute e Bitcoin, che per molto tempo è stato considerato un bene rifugio, sono stati colpiti da crolli e volatilità evidenti.
Lunedì 9 marzo è stato senza dubbio uno dei giorni più difficili degli ultimi 12 anni a livello finanziario: vi sono stati decrementi superiori all’8% e sono stati bruciati miliardi in moltissime piazze. Ieri si è tentato di limitare i danni e tentare di provare a rialzare la testa: più una prova di orgoglio che altro, ma data la situazione si tenta di vederla positiva.
Per quel che riguarda le criptovalute, l’unica sulla prime 25 più importanti che ieri ha mostrato di avere un po’ di spinta in più è stata Maker (MKR) con il suo quasi 1% di crescita: le altre hanno evidenziato forti difficoltà generali. Per ciò che concerne i volumi non si può dire che ci si trovi in una situazione di calma: gli scambi hanno fatto registrare i numeri più alti degli ultimi mesi.
Bitcoin non più bene rifugio come oro
Si tratta di un picco di scambi molto alto, il più importante registrato in dollari dallo scorso ottobre. Lunedì in particolare si è registrato il triplo di quelli occorsi normalmente nel weekend. A quanto pare il Bitcoin, che inizialmente per andamento era paragonabile all’oro, sta subendo un duro contraccolpo, proveniente dalla crisi causata dal Coronavirus e quelle che sono le attuali tensioni legate all’OPEC e alla difficoltà di trovare una linea comune di comportamento sui tagli della produzione di greggio.
Non si deve però pensare che si sia prima parlato e stimato a vanvera: per il Bitcoin questa è la vera prima crisi globale planetaria che colpisce un po’ a tutto tondo. E per questo una reazione immediata positiva non è facile da mettere in atto: è comprensibile quindi che vi sia perplessità sul suo andamento tanto quanto il fatto che non agisca più in maniera corrispondente all’oro.
I dati parlano chiaro: BTC continua a calare mentre il metallo prezioso vale oggi 1.700 dollari l’oncia. E la volatilità della criptovaluta è alle stelle, quadruplicata rispetto al normale e accertabile ora intorno al 3,4% a livelli che non si registravano da mesi.