Gli Stati Uniti, e più precisamente il loro governo, avrebbero perso più di 1,7 miliardi di dollari derivanti dalla vendita di BTC: una cifra enorme a livello assoluto. Cerchiamo insieme di capire qualcosa di più.
Perdita ingente per il Governo americano
In poche parole l’analisi, condotta dal co-fondatore e CTO di Casa, Jameson Lopp, ha preso in esame otto aste di bitcoin tenute dallo United States Marshals Service (USMS), ovvero l’ente governativo che si occupa di vendere i beni sequestrati alla criminalità, nelle quali sono stati venduti la maggior parte dei Bitcoin requisiti. Si parla di un periodo che va dal giugno del 2014 fino all’ultimo mese.
L’esperto ha voluto scoprire quale fosse la differenza tra quanto incassato da queste vendite e quanto il governo avrebbe potuto guadagnare se avesse conservato per qualche anno i BTC e li avesse venduti in blocco, invece che in differenti aste. Insomma, quanto sarebbe stato il guadagno effettivo per il Governo degli Stati Uniti se non avesse frastagliato la vendita.
Anche da un’analisi superficiale appare infatti evidente che le vendite di BTC eseguite sono state effettuate in momenti in cui il Bitcoin non era valutato in modo molto alto: il prezzo basso è stato di aiuto a coloro che hanno comprato e non al Governo statunitense che ha venduto. Un approccio più “furbo” da parte dell’USMS, attuato seguendo l’andamento di mercato si sarebbe rivelato più produttivo.
Aste di BTC e il potenziale perso
Lo studio condotto da Jameson Lopp è molto chiaro in merito a quanto il Governo americano abbia perso proponendo le aste nel momento meno adatto. La prima asta, avvenuta circa cinque anni e mezzo fa, ha avuto luogo quando il Bitcoin valeva 600 dollari: durante la seconda il valore era pari a 400. In entrambi i casi non sarebbe stato conveniente vendere. Pensate ora alle aste di gennaio 2018 e a quella di questo febbraio dove il valore del BTC era superiore ai 10 mila dollari: va da sé che una vendita in blocco in una di queste due occasioni avrebbe fatto guadagnare all’USMS una cospicua somma di valuta fiat.
Le otto aste hanno portato alla vendita di 185.000 BTC totali che al prezzo corrente avrebbero un valore di 1,9 miliardi di dollari. Il ricavato totale acquisito? Solo 151 milioni. Cosa dimostra questo? Semplice: alcuni settori ancora non sono pronti alla gestione delle criptovalute, non essendo in grado di trovare il momento propizio per delle compravendite che avrebbero potuto “regalare” maggiori guadagni senza il minimo sforzo e semplicemente con una maggiore attesa.