Se per molto tempo l’unico problema per gli investitori in Bitcoin poteva essere la sua volatilità, ora ve ne è un altro: manca solo il 10% dei 21 milioni ancora minabili di questa criptomoneta.
Possibile uno shock improvviso dell’offerta
Ovviamente tanto dipenderà da diversi fattori e ancora non si è arrivati a un vero e proprio livello di allarme, ma senza dubbio questa è una “criticità” che è bene analizzare fin da subito. A dare il via alle danze della preoccupazione il tal senso ci hanno pensato i dati resi disponibili dal Clark Moody Bitcoin Dashboard secondo i quali mancherebbe solo il 10% da estrarre dei 21 milioni di bitcoin disponibili.
Qui parte quindi in automatico un ragionamento o meglio una domanda: se il 90% dei bitcoin disponibili è già stato minato, dobbiamo aspettarsi uno shock improvviso capace di far nascere un nuovo livello di FOMO? Di certo si tratta di una situazione che non può contare propriamente su dei precedenti quindi in caso si verificasse ci si deve aspettare un po’ di confusione.
È vero allo stesso tempo però che alcuni dei minatori più importanti hanno già iniziato a mettere da parte quanto hanno minato per “sicurezza“. A ogni modo lo shock potrebbe verificarsi nel momento in cui i diversi interlocutori del mercato dei Bitcoin si renderanno conto di essere vicini alla fine della disponibilità estrattiva della criptovaluta.
Quel che preoccupa è proprio la loro reazione: una situazione non chiara potrebbe infatti coinvolgere anche le altre criptovalute in qualche modo legate all’andamento di quella di Satoshi Nakamoto.
Comportamento dei miner importante
Va ricordato, a ogni modo, che l’emissione di Bitcoin non ne stabilisce la liquidità e che di conseguenza la valuta già minata può essere ed è merce di scambio nella rete. Quel che bisogna tenere sotto osservazione con particolare attenzione è il comportamento dei miner che potrebbero decidere, come accade parzialmente già ora, sia di ridurre la vendita delle monete e o conservarle direttamente. Esempio? Quello che sta facendo Hut 8, miner canadese, che ha deciso di tenere per sé i 256 btc estratti a novembre, raggiungendo un patrimonio personale di 5.242 bitcoin che ovviamente non sono sul mercato.
Insomma, se la domanda dovesse aumentare ancora e i miner comportarsi in tal modo, l’offerta potrebbe subire uno shock e come già anticipato dare vita a un livello di FOMO mai sperimentato.
Tutto in quel momento starà alla capacità di banche che partecipano al mercato, investitori e coloro che gravitano intorno a questo sistema di mantenere la calma e trovare una soluzione adatta.