Cosa aspettarsi da Bitcoin con l’halving? In questo momento, nonostante il crollo delle scorse settimane, la critptomoneta in questione vale oltre i 6 mila dollari. Potrà verificarsi una crescita ancora più marcata?
Bitcoin pronto a crescere ancora?
Secondo molti analisti sì, se le prospettive attualmente in atto continueranno a venire confermate. Va ricordato che l’esser sceso sotto i 4 mila dollari di valore ha portato nelle passate settimane il Bitcoin a toccare il fondo: un avvenimento che ha poi rappresentato una sorta di “motore iniziale” per la sua risalita, lenta ma costante.
C’è chi sostiene poi, scorrendo i dati, che in questo mese BTC potrebbe raggiungere gli 8 mila dollari. Ma è davvero possibile? Per ipotizzarlo correttamente bisogna proprio partire dal punto di “arrivo”, ovvero l’halving di Bitcoin previsto per il 13 maggio del 2020. Va ricordato che si tratta del terzo halving nella storia di BTC che porteranno l’attuale ricompensa per i miner da 12,5 BTC a blocco a 6,25 BTC.
Come influiscono i miner sul prezzo
Per comprendere perché diverse voci autorevoli pensino che il BTC crescerà fino agli 8 mila dollari entro un mese è importante coinvolgere nell’analisi anche i miner di Bitcoin: essi sono considerati tra coloro che più di tutti possono fare pressione di vendita quando i costi di produzione salgono, cosa che avviene con qualsiasi halving. E la ragione è presto trovata: per finanziare la loro attività vendono per l’appunto i BTC. Questo porta spesso a un attesa nei confronti dei prezzi: nel momento in cui gli stessi raggiungono i costi di produzione viene interrotta la vendita di partecipazioni che crea una mancanza di pressione di vendita che fa impennare i prezzi.
In questo modo si forma il “fondo dei minatori”, ovvero il prezzo assoluto al di sotto del quale il prezzo dei Bitcoin non verrà scambiato perché i minatori smetterebbero di vendere: tale livello dovrebbe arrivare agli 8 mila proprio in corrispondenza del prossimo halving.
Facciamo un piccolo passo indietro: sono passati praticamente due anni da quando il Bitcoin toccava i suoi massimi a 20 mila euro, in un tempo in cui il costo di produzione dei BTC era pari a 3.200 dollari.
Ora il fondo è differente e quando a causa del Coronavirus il prezzo è sceso a marzo, è caduto molto di più dell’attuale costo di produzione: uno dei motivi per i quali, forse, la valuta è stata in grado poi di risalire (secondo il concetto del fondo espresso in precedenza, N.d.R.) di oltre l’80% non molto dopo la “caduta”.
Cosa porta a pensare questo? E’ presto detto: se per via dei costi di produzione il prezzo del BTC verrà fissato tra i 7 mila e gli 8 mila dollari, non passerà molto tempo prima che venga scambiato senza mai scendere oltre i 10 mila. E l’halving rappresentare una spinta adeguata per raggiungere questo obiettivo.