I miner di Bitcoin aumentano nonostante l’halving previsto: è stata la rivista Fortune a sottolineare questa curiosa occorrenza. Curiosa perché teoricamente non ci si aspetterebbe qualcosa del genere.
Nuova mining farm di Peter Thiel
La nota rivista ha raccontato dell’esistenza di una nuova mining farm creata grazie all’appoggio di Peter Thiel, ovvero il co-fondatore di PayPal ed il primo investitore di Facebook. Un aiuto giunto utilizzando come strumento la startup Layer1 su cui l’uomo ha investito. Proprio in questi giorni è stata annunciata l’apertura del loro primo impianto di mining di Bitcoin: un’operazione tutt’altro che a buon mercato se si pensa che per la costruzione dello stesso, grande oltre 30 acri, sono stati spesi decine di milioni di dollari. La sua ubicazione? 100 miglia a ovest di Midland in Texas: una scelta dettata, a quanto pare, dal costo più basso del mondo (in larga scala) dell’elettricità fornita.
Qualcosa di possibile grazie a un approccio molto particolare all’approvvigionamento energetico della zona che sembra essere composto da un’attenzione particolare posta da grandi investitori sull’energia rinnovabile come l’eolico, un eccesso di produzione di gas naturale ottenuta tramite il fracking e la deregolamentazione del mercato.
Perché conviene comunque il mining
Non è solo l’inizio dei lavori di mining di Layer1 ad aver contribuito a questo incremento dei miner ma anche l’ampliamento d’impianti già esistenti come quelli di Hut 8, Bitmain e Bitfarms. Quel che fa pensare è che questa crescita stia avvenendo prima dell’halving di marzo quando la remunerazione dei miner verrà dimezzata: perché quindi investire tanto se poi non si avrà la certezza di recuperare tutto?
Fortune sostiene che la “convenienza” di tale atteggiamento proattivo sia legata al valore sul lungo termine di Bitcoin e quindi da quanto la valuta sarà in grado di crescere e che il maggiore scotto dell’halving sarà pagato da coloro che posseggono impianti vecchi e che consumano di più. Tra l’altro non bisogna dimenticare che a causa della conseguente riduzione di nuovi BTC creati e immessi sul mercato potrebbe far aumentare il loro valore in dollari e di conseguenza il pagamento per il mining nonostante il dimezzamento delle ricompense in termini assoluti.
È evidente che nuovi miner come Layer1 abbiano ben chiare le idee e possano contare su strategie ben precise sugli investimenti fatti e i possibili guadagni a essi correlati. Se a ciò si aggiunge che in generale a livello globale sia individuabile un maggiore interesse nei confronti delle criptovalute, sostenere la produzione della moneta digitale più diffusa e utilizzata ha un suo perché.