Nuovo capitolo nell’assurda lotta contro Tether in merito ai Bitcoin ed alla capacità di questi ultimi di essere stati influenzati dagli USDT alla fine del 2017. Una nuova class action è stata avviata lo scorso 22 novembre contro Tether e Bitfinex presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti del distretto occidentale di Washington.
Nuova class action contro Tether
E’ stata la stessa Tether a darne notizia, sottolineando come questa ennesima denuncia, al pari di quella presentata a New York alla corte distrettuale in ottobre, presenti gli stessi vizi di forma essendo basate ancora una volta sulla ricerca priva di fondamenta eseguita da John Griffin, della University of Texas, e da Amin Shams, della Ohio State University: non è una novità che il loro testo sia stato considerato poco attendibile da molti analisti e da uno studio specifico in grado di dimostrare, attraverso dati reali, l’esatto opposto delle accuse mosse a Tether.
Non stupisce che il campo delle criptovalute possa essere considerato particolarmente ostile e competitivo, ma è evidente che il fossilizzarsi su dati inesatti non porti ad altro che ad una perdita di tempo per tutti.
La reazione alle accuse di Tether
Dopo aver mantenuto la calma ed ignorato il più possibile il continuo attacco Tether ha deciso di rispondere in modo diretto alle accuse, sottolineando come Griffin e Shams abbiano pubblicato la ricerca solo per un tornaconto personale di popolarità visto che già ora è possibile contestare e smentire in modo praticamente completo il contenuto di entrambe le denunce. Non solo: i programmatori hanno anche sostenuto che se necessario prenderanno provvedimenti a livello legale contro chi promuoverà quelle accuse.
Di certo il mercato delle criptovalute sembra essere schierato a favore di Tether visto che non vi sono state delle reazioni avverse dopo la diffusione dell’esistenza delle class action. Come ormai già evidenziato, la società ha ripetutamente dichiarato di non aver mai usato token, o emissioni di USDT, per manipolare il mercato delle criptovalute o i prezzi dei token, e che tutti i token USDT sono ovviamente supportati da riserve.
Quando Tether sostiene che questi attacchi sono per fermare la crescita del successo dei token digitali diventa difficile dargli torto se si pensa a ciò che sta passando Libra di Facebook ancor prima del suo lancio ufficiale: le tecnologie di base sono molto simili tanto quanto lo scopo di esistenza. Il problema è che questa reticenza al progresso si sta concentrando su interlocutori che, almeno finora, hanno dimostrato di avere agito bene e secondo le regole.