Nel giorni in cui Coinbase sbarca a Wall Street il mercato americano inizia a muoversi poco mosso e il Bitcoin, dopo aver toccato nuovi massimi, retrocede quietandosi intorno ai 56 mila dollari.
Bitcoin sale e il mercato cresce
Nello specifico il picco ha toccato i 63 mila dollari e oltre sostenuto dall’attesa e dall’ottimismo dei confronti della valutazione di (probabili) 100 mila dollari al Nasdaq per Coinbase. Il motivo di tanto supporto? In molti pensano che lo sbarco del portale in Borsa possa rappresentare il passo decisivo per far si che il Bitcoin e di conseguenza le criptovalute possano diventare uno strumento finanziario di massa. Come commentato da alcuni analisti negli Stati Uniti:
“[Il debutto] segnerà l’occasione di una congiunzione fra la finanza tradizionale e il mondo cripto. E uno sbarco di successo può essere l’endorsement ufficiale delle criptovalute da parte degli investitori tradizionali: il basso tasso di volatilità degli ultimi 30 giorni mostra come il Bitcoin è ormai pronto a uscire dalla gabbia e continuare la sua corsa verso i 100.000“.
A prescindere dalla propria scuola di pensiero è evidente il mercato delle criptovalute stia crescendo in importanza e in capitalizzazione di mercato globale, con cifre complessive pari a circa 2,250 miliardi di dollari. E questo è dovuto sia a Bitcoin ma anche alla crescita di alcune note valute digitali come XRP cresciuta del 33% in un giorno o di una sconosciuta come Renewable Electronic Energy Coin balzata in avanti di quasi il 25.000% in una sola seduta.
Ipo importante per Coinbase
Il mercato di scambio Coinbase oggi debutta a Wall Street: si tratta di un momento importante per questa azienda nata nel 2012. Ci si aspetta un Ipo che potrebbe portarne il valore fino a 100 miliardi di dollari. Un processo che affermerebbe davvero l’uso delle crypto come strumento finanziario in un contesto dove le stesse, sebbene operative da tempo, ancora non possono contare su delle regolamentazioni ufficiali.
Non è un caso che colossi come Goldman Sachs e Jpmorgan, tra l’altro spesso teoricamente contrarie alle criptomonete abbiano già annunciato piani per offrire criptovalute ai propri clienti: la domanda c’è e gli istituti hanno deciso di rispondere a tono.
Non manca ovviamente chi possiede ancora dei dubbi, in particolare le autorità statali che considerano le crypto solo uno strumento speculativo non in grado di sostenere la propria forza nel corso del tempo, anche a causa della volatilità. In diversi sostengono che i vari stimoli all’economia degli ultimi mesi legati alla pandemia di coronavirus possano aver forzato un andamento di prezzi non realistico in situazioni normali.
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